La farfalla della gentilezza


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"Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano”

2021-10-08 11:12

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Anna Politkovskaja, Libertà di stampa, Libertà d'espressione, Reporters sans frontières,

"Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano”

“Il compito di un dottore è guarire i pazienti, il compito di un cantante è cantare. L’unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede”.



Ma purtroppo Anna Politkovskaja per aver scritto quello che vedeva ha pagato un prezzo altissimo: uccisa da quattro colpi di pistola nell’ascensore di casa sua, il 7 ottobre 2006.



Il giorno prima di morire Anna Politkovskaja, giornalista integerrima, indipendente e seria, aveva partecipato a un programma radiofonico su Radio Svoboda dedicato alla drammatica situazione cecena, dichiarando di indagare su casi di torture e sequestri a danni di oppositori politici del regime.



Sul giornale dove scriveva, la Novaja Gazeta, Anna Politkovskaja aveva già pubblicato una serie di articoli dove con dovizia di documenti e testimonianze denunciava la sistematica violazione dei diritti umani in Cecenia, ma anche la situazione dell’Inguscezia, accusando i servizi segreti russi di complicità in rapimenti, torture e omicidi. Inoltre non si era fatta scrupoli a denunciare il clima di intimidazione instaurato da Putin contro la libertà di stampa.



Tutto questo, e la sua reputazione di voce autorevole e onesta, l’avevano esposta a diverse minacce e avvertimenti: nel 2001 fu gettata in una buca e spaventata con una finta esecuzione da parte di alcuni soldati russi; nel 2004, mentre stava andando a Beslan per seguire il terribile assedio degli indipendentisti ceceni in una scuola (dove moriranno 186 bambini), fu vittima di un tentativo di avvelenamento.



Sapeva di essere a rischio, ne era perfettamente consapevole:



"Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano”.



E purtroppo è esattamente quello che è successo. Aveva solo 48 anni.



Oggi verrà assegnato il Nobel per la pace: secondo gli esperti, Reporters Sans Frontières, organizzazione non governativa che promuove e difende la libertà di informazione e la stampa libera, è tra i possibili vincitori. Se effettivamente vincesse, sarebbe un bellissimo segnale, sia per onorare il ricordo di chi ha pagato con la vita l’amore per la verità e la libertà di espressione, come Anna Politkvoskaja (ma anche come i nostri Giuseppe Fava, Mauro Rostagno, Peppino Impastato, Giancarlo Siani, Ilaria Alpi, solo per citarne alcuni), ma anche e soprattutto per incoraggiare e sostenere chi ancora oggi, rischia tutti i giorni la vita, come ad esempio i giornalisti (e fino a poco tempo fa le giornaliste) in Afghanistan, uno dei paesi più pericolosi al mondo per chi vuole fare informazione.



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