Rosa che restando seduta si è battuta per la dignità e i diritti

Una sera d’inverno Rosa Louise McCauley, ha finalmente finito il suo turno al grande magazzino dove lavora come sarta. È stanca e fa freddo. Arriva l’autobus 2857. Sale, si siede in una fila centrale.
Dopo poche fermate sale un altro passeggero.
Fin qui tutto normale. Cosa c’è di interessante in questa storia?
Il contesto. Stiamo a Montgomery, Alabama, il primo dicembre 1955. In quegli anni in alcune parti degli Stati Uniti esisteva ancora la segregazione razziale e gli autobus erano suddivisi in tre zone: neri dietro, bianchi avanti, e al centro posti misti, ma con la precedenza sempre ai bianchi, quindi se non ci sono altri posti liberi il nero deve cedere il posto al bianco.
Insomma, sale un altro passeggero e l’autista dell’autobus chiede alla sarta di cedere il suo posto. Che sarà mai, nulla di nuovo rispetto alla normale routine quotidiana piena di mortificanti umiliazioni.
Ma questa volta scatta qualcosa. No, Rosa il posto non lo cede. È stanca, non tanto della dura giornata di lavoro, ma stanca di subire queste continue vessazioni, solo per il colore della sua pelle.
Il conducente però non ha intenzione di desistere e minaccia di chiamare la polizia. Lei, Rosa Louise Mc Cauley, meglio conosciuta con il cognome da sposata, Rosa Parks, non si fa intimorire. Rimane lì seduta, tranquilla e composta, per difendere il diritto all’uguaglianza e alla dignità. Arriva la polizia che la arresta per “condotta impropria” e per violazione del codice municipale.
Non era la prima volta che qualcuno si ribellava alle assurde regole del tempo, era già successo qualche mese prima quando una studentessa, Claudette Colvin, si era rifiutata di cedere il suo posto, e anche lei era stata arrestata. Ma l’arresto di Rosa Parks diventa la miccia di una vera e propria rivoluzione non violenta. La comunità nera di Montgomery infatti insorge, boicottando i mezzi pubblici.
Tutti i neri di Montgomery decidono di non salire più sugli autobus (grazie anche al sostegno dei tassisti afroamericani) ma non per un giorno o una settimana, ma per ben 381 giorni, fino al 26 dicembre dell’anno dopo. In questo modo l’azienda di trasporti subisce un danno economico enorme, dato che la maggior parte dei passeggeri erano proprio i neri.
Ma soprattutto, la Corte Suprema con la celebre sentenza Browder v. Gayle, il 13 dicembre 1956 dichiara finalmente incostituzionale la segregazione razziale sui mezzi pubblici.
Non si tratta solo di un semplice posto su un autobus, ma molto di più.
Restando seduta Rosa Parks (come prima di lei Claudette Colvin), ha combattuto per l'uguaglianza e per i diritti di chi fino a quel momento era umiliato e discriminato.
Come disse il presidente Clinton nel consegnarle la medaglia d'oro del Congresso: "Restando seduta Rosa Parks si è alzata per difendere i diritti di tutti e la dignità dell'America".
La farfalla della gentilezza
A sedici anni dalla morte (avvenuta Il 24 ottobre 2005 all'età di 92 anni), non possiamo non ricordare Rosa Parks e la sua battaglia per i diritti civili. Un buon modo per ricordarla è leggere la sua storia anche ai più piccoli, ad esempio con il libro di Sabina Colloredo, "Rosa Parks. Il no che cambiò la storia", EL, 2017.
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