Shamsia che voleva disegnare...

Shamsia è nata in Iran, nel 1988, ma non è casa sua.
Lì è straniera, e non è facile integrarsi. Niente cittadinanza, tanta discriminazione: sono troppi gli afgani scappati in Iran, e non sono ben visti.
Shamsia vive sulla sua pelle razzismo e diffidenza e tante difficoltà.
Nel 2004 la famiglia prende una decisione difficile: tornano a Kabul. Shamsia non è mai stata in Afghanistan, non ha idea di quello che può trovare lì, ha paura.
Eppure, nonostante le difficoltà oggettive, povertà, mancanza di acqua ed elettricità, Shamsia a Kabul si sente finalmente a casa. Non è più una straniera, Kabul è casa sua: “anche se in rovina, sono le mie rovine”.
Finalmente è libera di scegliere, e così si iscrive alla facoltà di belle arti. Ma dopo un po’ scopre cosa le piace davvero: dipingere sui muri della sua città. Ce ne sono tanti, sporchi, rovinati, distrutti dalla guerra, e lei vuole ricoprire di colore quei brutti ricordi. Magari è un po’ complicato trovare le bombolette spray, ma lei si arrangia con quello che trova.
Shamsia dipinge, dipinge senza sosta. E i suoi murales ingentiliscono una Kabul che ancora non trova pace.
Shamsia dipinge soprattutto donne, forti, volitive, velate. Qualcuno le chiede: perché il velo? Ma lei ha le idee chiare: non è il velo il problema. Il problema è che le donne, con o senza velo, non possono studiare, lavorare, essere libere di fare quello che vogliono. A che serve togliere il velo se non c’è libertà, non c’è pace? Per questo le sue donne hanno gli occhi chiusi, perché non c’è niente di bello da vedere intorno, perché non riescono a vedere il futuro… e non hanno la bocca, perché non sono libere di parlare.
Oggi Shamsia Hassani è un’artista acclamata in tutto il mondo, i suoi murales stanno anche negli Stati Uniti, in Germania, in Svizzera, e pochi giorni fa la BBC l’ha inserita nella lista delle 100 donne più influenti del 2021. È vero, l’arte può cambiare le persone, e le persone possono cambiare il mondo. Certo, il ritorno dei talebani in Afghanistan ha spento ogni speranza….
Ma intanto Shamsia continua a dipingere. E chissà che un giorno le donne dei suoi murales non riusciranno ad aprire gli occhi
La farfalla della gentilezza