Taty Almeida: giustizia e memoria per suo figlio Alejandro

Alejandro era nato in una famiglia benestante, studiava medicina, lavorava presso un’agenzia di stampa, scriveva poesie. Molti suoi familiari erano militari, lui no. Aveva altri progetti. Era innamorato di una ragazza, ma sua mamma non lo sapeva.
Sua mamma non sapeva nemmeno che Alejandro fosse un militante dell’ERP (Esercito Rivoluzionario del Popolo).
Il 17 giugno del 1975 Alejandro, giovane ventenne, doveva sostenere un esame in facoltà, salutò la mamma e uscì di casa.
Ma quella non era una giornata normale.
Perché quel giorno Alejandro fu rapito dal gruppo paramilitare Triplice A (Alleanza Anticomunista Argentina), che già prima del golpe dei generali nel 1976 aveva in qualche modo spianato il terreno, facendo sparire circa 2000 persone durante il governo di Isabelita Perón.
Alejandro non tornò mai più. E ancora oggi non è stato ritrovato il suo corpo.
Sua madre, Taty Almeida, era una maestra e come molte altre persone fino a quel momento non aveva alcuna idea di quanto stesse accadendo in Argentina. Ma poco dopo la scomparsa di Alejandro trovò un’agenda del figlio piena di poesie, sulla repressione, la morte, l’amicizia, l’amore, e una dedicata proprio a lei, una sorta di addio come se si aspettasse che poteva accadergli qualcosa di brutto.
Scoprire la militanza del figlio fu per Taty motivo di orgoglio. Infatti lei racconta che: “è stato mio figlio a crescere me, a farmi prendere coscienza di ciò che accadeva in Argentina. A insegnarmi quanto sia importante lottare per la giustizia, anche quando quella dei tribunali sembra non arrivare mai. Senza di lui, oggi io non sarei niente”.
Taty Almeida, che oggi ha 91 anni, è una delle combattive madri della Plaza de Mayo, che ogni giovedì con un fazzoletto bianco al collo manifesta davanti la Casa Rosada per chiedere giustizia e per mantenere viva la memoria.
Queste Madri non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia per i loro figli, i 30.000 desaparecidos argentini, quei giovani che la dittatura militare imprigionava, torturava, uccideva e poi faceva sparire nel nulla.

Oggi le Madri sono invecchiate, molte non ci sono più, ma le superstiti non hanno perso la loro risolutezza e il loro coraggio: nonostante non abbiamo mai trovato nemmeno i resti dei loro figli, nonostante le minacce e le ostilità durante la dittatura (alcune madri furono rapite e uccise), nonostante l’indifferenza per troppi anni della comunità internazionale e della Chiesa, nonostante la totale assenza di ogni pentimento da parte dei carnefici, nonostante i recenti tentativi di negazionismo, queste madri continuano tutti i giovedì alle 15.30 sulla sedia a rotelle, appoggiate a un bastone o sorrette da un figlio o un nipote affettuoso a girare in tondo nella Plaza de Mayo.
Perché gli orrori della “guerra sporca” argentina non possono essere dimenticati dalle nuove generazioni, che devono sapere. Conoscere il passato per evitare che si ripeta.
La farfalla della gentilezza
(Su Taty Almeida poche settimane fa in Argentina è uscito il documentario: La memoria de Taty, di Natalia Villegas, disponibile anche su Youtube)
https://www.facebook.com/lafarfalladellagentilezza/posts/591917548819285

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