Un timido sorriso...

Non sappiamo chi sia questa bambina, non sappiamo come si chiama il suo papà, che le stava accanto, ma non appare nella foto. Oggi questa bambina dovrebbe essere una giovane donna, perché la foto è stata scattata nel 2006.
Però sappiamo dove vive: in uno dei paesi più poveri del mondo, lo Yemen. Un paese che oggi è dilaniato da una guerra orribile che va avanti da anni, rubando il presente e il futuro a giovani e vecchi, anziani e bambini. Di conseguenza non sappiamo nemmeno se questa bambina abbia avuto effettivamente la fortuna di diventare una donna, dato che, anche prima della guerra, in Yemen le cose non andavano per niente bene. Per una povertà devastante, assenza di strutture sanitarie adeguate, scarsità di acqua potabile, malattie che causano un alto tasso di mortalità infantile, e la piaga del qat, una pianta con effetti stupefacenti la cui coltivazione lentamente ha preso il sopravvento sui prodotti agricoli, contribuendo all’impoverimento del paese.
La povertà in Yemen non è una cosa che puoi ignorare: camminando nella capitale Sana’a nell’ormai lontano 2006 non era raro incontrare gruppi di bambini che chiedevano l’elemosina, bambini che non avevano nulla, a volte nemmeno una famiglia, ma che davanti a una penna o una caramella si illuminavano di gioia.
La bambina della foto era una bambina povera, forse meno povera di tanti altri, perché il suo papà almeno aveva una camionetta con la quale probabilmente lavorava. E probabilmente doveva lavorare portandosi dietro sua figlia, forse perché non aveva nessuno cui affidarla. E così, questo papà amorevole, che non aveva nulla da dare a sua figlia se non il suo amore, ha costruito con i pochi mezzi a disposizione una rudimentale altalena per farla sorridere nel grigiore di una quotidianità dura e spietata, che noi possiamo solo immaginare.
E la bambina, timidamente, sorride, grazie a questo papà che nella povertà, negli stenti, nelle difficoltà, non vuole spegnere il sorriso di sua figlia, per lasciarle quel po’ di spensieratezza che dovrebbe essere un diritto di tutti i bambini del mondo.
Perché vi racconto questa storia, vecchia di 15 anni?
Perché la povertà è ancora troppo diffusa. Nei paesi in via di sviluppo una persona su cinque vive con meno di 1,25 dollari al giorno. Anche da noi in Italia, il tasso di povertà è aumentato drammaticamente negli ultimi anni a causa anche della pandemia: nel 2020 si è registrato il terribile dato di 1 milione e 346 mila bambini nel nostro paese che vivono in povertà assoluta.
L’obiettivo n. 1 dell’Agenda ONU 2030 mira a porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo.
È un’utopia? Sì, forse, ma è un’utopia necessaria. Se smettiamo pure di sognare un mondo migliore, sarà sempre più difficile, se non impossibile, provare a cambiarlo veramente….
E poi, come diceva Nelson Mandela: Sconfiggere la povertà non è un atto di carità, ma di giustizia.
La farfalla della gentilezza