Chi non ricorda il piccolo Hendrick, il bambino olandese entrato nella storia (o nella leggenda!) per aver passato una notte al freddo e al gelo con un dito infilato nella fessura di una diga, per evitare che l’acqua travolgesse il suo paese?
La storia di Hubert Schilles, imprenditore tedesco
di 68 anni, in parte la ricorda, per il suo coraggio e il suo provvidenziale
senso civico. Anche se lui, dopo le lodi che gli sono arrivate in questi
giorni, al giornalista del Frankfurter Allgemeine che lo ha intervistato, ha
risposto: “Ma quale atto di eroismo, chiunque avrebbe fatto la stessa cosa.”
Ma in realtà il suo contributo è stato veramente
fondamentale.
Sì, perché le devastanti inondazioni che hanno
portato morte e distruzione tra Belgio e Germania, avrebbero potuto creare
un’ulteriore catastrofe: il crollo della diga di Steinbach, nella Renania
settentrionale.
Il canale di scarico, infatti, era intasato da
fango, detriti, terra e la pressione eccessiva dell’acqua sulla diga avrebbe
potuto sfondare le pareti, con conseguenze ancora più drammatiche per la
popolazione. Schilles, che ha una ditta di dragaggio, ha capito subito la
gravità della situazione, e che non c’era tempo da perdere. Non ha chiesto a
nessuno di andare al posto suo: troppo pericoloso, non poteva mandare i suoi
dipendenti a rischiare la vita, e così si è messo lui stesso alla guida di un
escavatore, e per sei ore ha lavorato a ben 18 metri sotto il livello
dell’acqua, per liberare lo scarico.
Se il muro della diga avesse ceduto, sarebbe stata
morte certa per lui, ma Schilles sapeva anche che la posta in gioco era
altissima, e il suo intervento essenziale per salvare vite umane.
E ci è riuscito.
La diga ha retto!
Ma anche dopo questa impresa coraggiosa, non ha smesso di aiutare la comunità, mettendo a disposizione i suoi mezzi e i suoi dipendenti per continuare a trasportare i detriti nei giorni successivi.
Coraggio, abnegazione, senso della comunità.
Quando le leggende diventano realtà…