La bambola che scriveva lettere

Era il 1923 e Franz viveva a Berlino insieme a Dora Diamant, l’ultimo amore della sua vita. Lui era malato di tubercolosi, ma quel periodo fu per lui un momento relativamente sereno.
Un pomeriggio mentre passeggiava con Dora in un parco, vide una bambina in lacrime perché aveva perso la sua bambola preferita. Franz allora cercò di consolarla, inventando una spiegazione plausibile per questa sparizione. Le raccontò che la bambola era partita per un viaggio, ma che le voleva comunque molto bene e infatti le aveva pure scritto una lettera, e guarda caso questa lettera era arrivata proprio a lui, solo che l’aveva lasciata a casa, ma il giorno dopo gliela avrebbe portata al parco.
Quella sera Franz si mise al lavoro, voleva assolutamente risparmiare alla bambina una delusione, e quindi scrisse una bellissima lettera da parte della bambola, in cui raccontava le sue straordinarie avventure, il suo desiderio di viaggiare e vedere il mondo. Il giorno dopo, quando incontrò di nuovo la bambina al parco, gliela lesse, e lei rimase sbalordita e incuriosita.
Solo che, piccolo problema, nella lettera la bambola prometteva di scrivere ogni giorno per aggiornare la bambina delle sue avventure.
A quel punto Franz non aveva altra scelta, e così la sera scrisse una nuova lettera, e il giorno dopo un’altra, poi un’altra ancora, andando avanti per quasi un mese. Ogni giorno una lettera nuova, ogni giorno un piccolo capolavoro di dolcezza e creatività. La bambina ormai non era più triste per aver perso la sua bambola, e seguiva con interesse le avventure straordinarie che quello strano signore le leggeva ogni pomeriggio.
Ma lui Franz, in realtà era preoccupatissimo, perché a un certo punto questa storia doveva necessariamente concludersi, non poteva andare avanti all’infinito. Finché alla fine decise che la bambola ormai era cresciuta e si sarebbe sposata, quindi, dopo tutta una serie di descrizioni del fidanzamento, dei preparativi, delle nozze, dei viaggi, la bambola annunciò che non sarebbe più tornata dalla bambina e non le avrebbe più scritto.
La bambina però prese bene la notizia, l’arte di Franz, le sue lettere bellissime e struggenti le avevano creato una realtà alternativa in cui era giusto che la bambola facesse la sua vita e non tornasse da lei.
La bambina superò così la tristezza e la delusione, e Franz sentì di aver fatto la cosa giusta, una piccola bugia (o forse una grande invenzione letteraria?) per fare del bene a una bambina.
Lui era il grande scrittore Franz Kafka, di cui oggi ricorre l’anniversario della nascita. Scrittore che conosciamo per essere un animo inquieto e tormentato, e invece era una persona capace di commuoversi per il pianto di una bambina sconosciuta, capace di usare la sua arte per dare conforto, per consolare.
 La farfalla della gentilezza
(Questa storia è stata raccontata proprio da Dora Diamant, nel libro “Quando Kafka mi venne  incontro…” Ricordi di Franz Kafka,” a cura di Hans-Gerd Koch (Nottetempo, 2007), ma poi è stata romanzata in un piccolo capolavoro per bambini di Jordi Serra i Fabra, kafka e la bambola viaggiatrice, Salani, 2016)

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(Pubblicato il 3 luglio 2021)