Ryan dal Canada all'Uganda

Ryan Hreljac aveva solo 6 anni quando capì di essere molto fortunato per essere nato dalla parte giusta del mondo. Lui, in Canada, non aveva grandi problemi, aveva tutto quello che gli serviva, la sua famiglia, una casa, la scuola.
Proprio a scuola scoprì che non era così per tutti. La maestra un giorno raccontò che in Africa molti bambini non avevano accesso all’acqua potabile come in Canada. E la mancanza di acqua poteva causare malattie e anche la morte.
Questa notizia, che noi adulti conosciamo benissimo, o che spesso ormai ignoriamo per relegarla in un angolo remoto della nostra mente, per il piccolo Ryan ebbe un effetto dirompente.
Lo pose davanti alla brutalità dell’ingiustizia del mondo, e lo sconvolse. Ma gli diede anche la forza di reagire. Non poteva restare a guardare.
Ma che può fare un bambino di 6 anni?
Può iniziare a raccogliere soldi. E così cominciò a fare piccoli lavoretti, e a organizzare tra amici e conoscenti una raccolta fondi per finanziare la costruzione di un pozzo tramite una ONG che operava in Uganda. Anche perché, altra notizia sorprendente, un pozzo non costa così tanto per i nostri standard. Ci vuole veramente poco per salvare delle vite umane.
A quel punto poteva sentirsi soddisfatto e tornare alla sua vita normale di bambino della scuola primaria.
Ma ormai non poteva più fare finta di non sapere, e quindi continuò a organizzare raccolte fondi. In due anni riuscì a ottenere circa 61.000 dollari. L’Agenzia canadese per lo sviluppo internazionale, venendo a conoscenza degli sforzi del piccolo Ryan, decise di aiutarlo, donando 2 dollari per ogni dollaro raccolto da lui.
A quel punto, è il 2001, il piccolo Ryan ha 8 anni e decide di fondare una sua organizzazione, “Il pozzo di Ryan” che nel tempo è riuscita a realizzare migliaia di pozzi in Africa.
Oggi Ryan ha 29 anni e continua a lavorare per la sua fondazione e viaggia in tutto il mondo per parlare dell’importanza cruciale dell’accesso all’acqua potabile.
E qui c’è l’altra bella notizia: la generosità di Ryan è contagiosa, il suo gesto ha innescato un circolo virtuoso di impegno e solidarietà, per cui quando viene invitato a raccontare la sua esperienza, scatena negli altri il desiderio di imitarlo. È successo anche in Italia, quando è andato a parlare nelle scuole, e molti bambini hanno voluto seguire il suo esempio. E così altri pozzi, altri progetti sono seguiti.
Perché la gentilezza, come la generosità, è uno straordinario motore generatore di altra gentilezza, e altra generosità.
Un bambino può cambiare il mondo? Forse sì!
 La farfalla della gentilezza
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(Pubblicato il 20 maggio 2021)